War and Peace, Darkness and Light

Guerra e Pace, Tenebre e Luce. Questo il titolo di un concerto per ricordare la I Guerra Mondiale tenutosi sabato scorso nella chiesa cattolica tedesca di Bxl, Sankt Paulus. La prima del concerto era stata nel maggio 2014, ma visto il successo hanno pensato bene di ripetere l’iniziativa. Un coro creato appositamente e comprendente elementi tedeschi, belgi e britannici (a rappresentanza delle nazioni coinvolte nel conflitto) era diretto da Geert Hendrix ed accompagnato al piano ed organo da Wannes Vanderhoeven ed al violoncello dalla giovane Sarah Van Laere e con la partecipazione del soprano Anneli Harteneck.

Il programma era vario e ben strutturato: prima parte "Guerra", con "The spirit of the Lord di E. Elgar, "Timor et tremor" di F. Poulenc e "Hör mein Bitten" fi F. Mendelssohn; seconda parte "Ricordo" con la poesia "Aux soldats morts" di E. Verhaeren, la Sarabanda dalla V suite per violoncello solo di J.S. Bach e "Introitus" di M. Lauridsen; terza parte "Pace" con la preghiera "Verleih uns Frieden gnädiglich" nelle versioni corali di H. Schütz, F. Mendelssohn e H. Distler, con a seguire un'improvvisazione all'organo su "Dona nobis pacem"; quarta parte "Luce" con "Lux aeterna" di V. Nees, "Wohl mir, dass ich Jesum habe" dalla BWV 147 con solo violoncello ed organo, "Ubi caritas" di M. Duruflé, "Beati quorum" di C. V. Stanford, un estratto dalla poesia "Den Frieden lehren" di H. D. Hüsch e per finire "Wie lieblich sind deine Wohnungen" dal Requiem di J. Brahms. Non ci sono stati applausi tra le sezioni. All’inizio il parroco cattolico tedesco ha introdotto il concerto, simbolicamente accendendo una candela di speranza. Al termine, come da tradizione belga, verre dell’amitié, a bretzel e vino, visto che si trattava della chiesa tedesca.

Ho gradito molto questo concerto. La scelta del repertorio è stata molto curata. L’alternanza di stili, di epoche e di lingue, con i piccoli intervalli dati dalla lettura di poesie e da brani strumentali, ha reso piacevole il tutto. La qualità del coro, per essere amatoriale, era molto buona. Vi faceva parte anche il nostro Kantor e due soprani professionisti, quindi immagino che anche gli altri siano passati attraverso delle selezioni. Intonazione buona, qualche piccola e trascurabile sbavatura negli attacchi, ma l’attenzione al testo ed al fraseggio si facevano sentire. L’accompagnamento sempre discreto ma presente, da persone esperte. Sinceramente l’improvvisazione organistica su “Dona nobis pacem” non mi ha entusiasmato, troppo scolastica, inoltre ha svelato problemi d’intonazione dello strumento che andrebbe risistemato (lo so perché lo suono talvolta a messa e recentemente sono saltate fuori anche piccole magagne tecnica, probabilmente in parte dovute all’uso del riscaldamento). Alla fine l’ennesima dimostrazione di come si possano compiere meraviglie musicali anche senza ricorrere a grandi nomi, ma semplicemente con la buona volontà ed un minimo di preparazione.

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