Bach in pellicola

Ne avevo già parlato, finalmente ho potuto vederlo. Intendo il film "Die Stille vor Bach", il silenzio prima di Bach. Versione in lingua originale (credo), in tedesco e spagnolo. Si tratta della pellicola più visionaria che abbia mai visto. Dialoghi ridotti all’osso. Al centro un Bach interpretato da Christian Brembeck che parla direttamente all’ipotetico visitatore/spettatore. All’inizio ed alla fine situazioni di vita quotidiana, in cui coscientemente o meno la musica di Bach interrompe il silenzio o i rumori della modernità. Spezzoni di guide nella città di Lipsia, spiegazioni sulla vita del Tomanerchor, la riscoperta della Matthäuspassion da parte di Mendelssohn (unico altro episodio in costume, preceduto da una lunghissima scena di mercato dell'epoca, compresa discussione e consigli su ricette locali). Esempi musicali, parti orchestrali, cori, Christian Brembeck imparruccato che suona il Bachorgel, etc. Ed alla fine, non a caso, dal Magnificat “Fecit potentiam in brachio suo”. Non è un film su Johann Sebastian Bach, è un film su di noi, lento, dominato da lunghi silenzi e piani sequenza su scene di vita talmente quotidiana e banale che non verrebbero mai condivise nemmeno su Facebook. Quasi a dire, solo Bach è musica, tutto il resto è rumore. Non condivido pienamente, ma senza dubbio senza la musica di Bach il mondo che conosciamo sarebbe diverso e probabilmente peggiore. Qualche tempo, commentato un film-documentario di matrice italiana sul grande compositore di Eisenach, dissi che non sentivo la necessita dell'ennesima pellicola su Bach, scatenando il risentimento del regista. Purtroppo non ho ancora potuto valutare interamente quel film, ma le poche scene viste, messe a confronto con questo lavoro di Pere Portabella, hanno confermato la prima impressione di delusione di forse eccessivamente utopistiche aspettative.
Fotogramma da "Die Stille vor Bach".
Rimanendo in tema film su J.S. Bach, recentemente ho potuto gustare anche il celeberrimo "Chronik der Anna Magdalena Bach", un film storico (1967) francese di cui avevo molto sentito parlare. Gustav Leonhardt interpreta Johann Sebastian Bach, mentre nell’orchestra figura un giovane Nikolaus Harnoncourt al violoncello. Quasi un documentario, la pellicola è totalmente didascalica, con la voce (ed i silenzi) di Anna Magdalena che narra la propria a vita come seconda moglie di un grande artista. Ovviamente non mancano scene della vita liturgico-musicale a Lipsia. Un'opera monumentale. Giusto per sorridere, non solo nessuno mai si ricorda del povero addetto ai mantici dell'organo, in epoche in cui suonare non era agevole come oggi, ma tra i commenti al video uno in particolare mi ha fatto davvero sganasciare:- Non sapevo che Bach parlasse con accento olandese- (tradotto dal tedesco). LOL

Per finire, questa ricerca ha fruttato la scoperta di altre rappresentazioni della vita di J.S. Bach, tra cui il film "Mein Name ist Bach" ed una serie televisiva in quattro episodi prodotta dall'Ex-Germania-Est giusto nell'anno del 300° dalla nascita. Prima di guardarle su YouTube, aspetterò una serata Bach programmata dalla chiesa luterana di lingua tedesca a Bruxelles/Brussel, ove proietteranno un film su J.S. Bach... ma non so quale.

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