Liszt e Google

Stamattina mi sono svegliata presto, ho acceso il computer ed il doodle di Google mi ha ricordato che oggi è il 200° compleanno di Franz Liszt. È vero! Mentre mi godrò una passeggiata sulle colline a sud di Vienna, a Schottenstift celebreranno questa data con un giorno intero di mostre, seminari e concerti.

Poi, per curiosità ho selezionato la pagina iniziale della versione italiana di Google e... niente! Normalissima! Una domanda mi tormenta, ma il compleanno di Liszt, e quindi la musica, è importante solo per gli austriaci?
Per dovere di cronaca, ho provato con altre versioni nazionali di Google, hanno l'immagine di Liszt anche la Germania, la Francia e l'Ungheria, ma ne sono prive la Spagna, la Russia e l'Olanda. Siamo in buona compagnia. Chissà perché questo non mi consola affatto.

maratona Liszt: ultima puntata

La maratona con l'esecuzione dell'opera omnia per organo di F. Liszt è giunta al termine. Zuzana Ferjencikova ha concluso la serie di concerti con il seguente programma: Requiem, Trauerode, vari corali per il Cardinale Hohenlohe, "In festo trasfigurationis Domini Nostri Jesu Christi" e le variazioni su "Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen". Che allegria! Verrebbe da esclamare. Effettivamente sono tutti brani di congedo dalla vita terrena, la cui sublimazione avviene nelle variazioni su "Weinen, Klagen", ispirato dall'omonima cantata di J.S. Bach (riusata da Bach stesso nel "Crucifixus" della Messa in si min., un brano dall'alto valore simbolico, magari prossimamente ne riparleremo) e che si conclude con una solenne versione del corale "Was Gott tut, das ist wohlgetan". Concetto spiegato anche dall'abate prima del concerto.

Il concerto è stato molto ispirato, forse anche troppo drammatico, ma veramente ben curato e sentito. La Ferjencikova si e confermata un'artista matura, che sa andare oltre alla tecnica. Brava! Risulta anche evidente che conosce molto bene lo strumento su cui suona, fattore da non sottovalutare. Unica nota "stonata", la conversazione con due giovani talentuosi organisti. Perché? Perché entrambi non considerano il repertorio minore (chiamiamolo così, oppure del tardo Liszt). In realtà io non amo Liszt, almeno da studiare, nei pezzi grossi ("Weinen, Klagen", "Ad nos", "B.a.c.h.") ha messo troppe note e nel resto del repertorio troppo poche, ma penso che valga la pena valutare l'artista per tutta la sua produzione, non solo per le grandiose opere giovanili. Il virtuosissimo è progressivamente calato perché il sentimento religioso è progressivamente cresciuto e maturato. Per questo mi è piaciuta questa serie di concerti, perché non è stata una mera maratona di brani di un compositore e nemmeno una tormentata riflessione teologica, ma un buon compromesso tra i due estremi, per celebrare Liszt nel migliore dei modi.

Bach a Dresda

Sto cercando di ricordare se Johann Sebastian Bach sia mai passato da Dresda, non lontanissima da Lipsia, ma non mi viene in mente nulla, tranne forse una specie di dedicazione della messa in si min., visto che l'elettore di Sassonia era cattolico. In ogni caso, eseguire Bach qui è una tradizione che non ho voluto mancare, con la cantata "Es wartet alles auf dich" BWV 187 nella celebre Frauenkirche. Il coro e l'ensemble strumentale erano diretti dal kantor, M. Grünert, che si è occupato anche delle introduzioni organistiche.

Anche in questa chiesa il suono è a dir poco perfetto. Non troppo secco, non troppo riverberante. L'oboista sublime, degna di nota anche il soprano. Per il resto una buona esecuzione, anche se il coro era un po' scarno per il mio orecchio e talvolta veniva coperto dagli archi. L'organista-kantor sembrava piuttosto giovane ma con grande esperienza. Pure i preludi-corali erano scelti/improvvisati in perfetto stile con il periodo di composizione. Alla fine ha suonato il BWV 541, solo il preludio, pezzo difficile. Non esecuzione eccezionale, ma perfetta come conclusione al culto. Come nella tradizione luterana, la cantata (sebbene amputata) si è integrata perfettamente con la liturgia, lasciando comunque numerosi interventi cantati ai fedeli.

30 anni in coro accompagnati da un Silbermann

Oggi pomeriggio ho assistito con due amici tedeschi ai Vespri solenni nella cattedrale cattolica della SS. Trinità (ex Hofkirche) a Dresda. L'occasione erano i 30 anni della società corale, che si è esibita in un selezione di brani, che comprendeva: "Cantate Domino" di H. Schütz,  "Jubilate Deo" di O. di Lasso, "Te Deum Patrem" di A. Gabrieli, "Ich will den Herren loben" di anonimo, "O Jesu, all mein Leben" di K. Kraft, "Preis und Anbetung" di J.G. Rheinberger,   un Graduale di C.G. Reissiger, "Salvum fac populum tuum" di A. Bruckner ed infine il "Magnificat" di Arvo Pärt, diretti dal kapellmeister M. Liebich. All'inizio ed al termine della celebrazione la Toccata e la Fuga BWV540 su un organo Silbermann intelligentemente (o fortunosamente) salvato dai bombardamenti e suonato dall'organista del duomo, T. Lennartz.

Il coro è stato davvero bravo, era liturgia ma sembrava un concerto per la cura dei dettagli. Unico neo, per un'italiana, era la forte t aspirata nel latino (sorvolo sul resto della pronuncia tedesca). L'interpretazione era dinamica ed il testo sempre comprensibile e protagonista. L'acustica della chiesa non era ottimale, se il coro si è salvato cantando dall'ambone, il grosso Silbermann ne ha risentito enormemente, forse anche per colpa dell'organista che ha scelto registrazioni pesanti. Credo che il Silbermann dia il meglio di sé negli assoli piuttosto che nel plenum.