Il carillon di Mechelen 2

Di nuovo a Mechelen, di nuovo per un concerto di carillon, di nuovo nella chiesa Onze-Lieve-Vrouw-over-de-Dijle e di nuovo per sentire Tom Van Peer. Ma questa volta non da sola. Sabato scorso ero accompagnata da un amico geologo olandese in visita in città, due ragazze cinesi appassionate di musica ed un ragazzo rumeno che da poco ha cambiato vita trasferendosi in Belgio per lavoro. Un bel gruppetto eterogeneo, unito dall'amore per la buona musica e dalla curiosità per uno strumento non comune.

Tom Van Peer alla console del carillon di Sint Rombout
Il concerto è stato magnifico. Il programma prevedeva musica da film, cosa che molti altri avrebbero trasformato in uno spettacolo pacchiano, invece Tom Van Peer non solo ha elaborato delle trascrizioni per carillon in forma di suite, con delle transizioni musicali tra un brano e l'altro, ma è riuscito a far cantare lo strumento come se fosse un pianoforte, mentre sappiamo bene quanto sia difficile anche solo suonare decentemente delle pesanti campane. Un musicista straordinario, che ogni volta compensa il disturbo del viaggio fino a Mechelen.

Stavolta nemmeno un diluvio ci ha fermati. Veramente la sottoscritta era pronta a rinuniciare, ma visto l'entusiasmo della comitiva non ho potuto tirarmi indietro. Abbiamo trovato riparo in uno spazio della parrocchia, che aveva anche allestito una sala con schermo per vedere in diretta il carillonista all'opera, ma l'acustica amplificata dal campanile non rendeva bene le sfumature sonore come si poteva, invece, apprezzare sostando sul portone dell'edificio, con l'orecchio teso all'esterno. Alla fine del concerto è spuntato pure il sole, per cui ci siamo goduti un giro turistico in città ed una meritata cioccolata calda (l'estate belga è già terminata, siamo in pieno autunno).

Festa dei cori - Ô les choeurs!

Tra le varie iniziative del periodo, anche quest’anno la settimana scorsa si è ripetuto il festival corale “Ô les Choeurs” al Parco Georges Henri, un ex-cimitero che riunisce in sé il ciclo della vita ospitando sia vestigia di tombe sia un’enorme area attrezzata per bambini. L’anno scorso non potei assistervi causa brutto tempo, mentre quest’anno le temperature erano gradevoli ed il sole faceva di sovente capolino tra le nubi. Inoltre stavolta avevo la compagnia di altre appassionate di musica.

Dalle 15 alle 22 diversi cori, di genere completamente differente, si sono succeduti sui tre palchi allestiti nel parco. Non sono rimasta fino al termine, quando era compreso il coinvolgimento del pubblico, ma ho avuto modo di sentire una panoramica di cori, da quello classico con repertorio sacro-lirico a quello gospel, da quello popolare-festoso a quello d’avanguardia, da quello tradizionale popolare a quello di musica antica. Una festa per gli orecchi, nonostante l’acustica del luogo all’aperto non fosse ottimale e nonostante i numerosi aerei che perennemente sorvolano la zona in fase di decollo (purtroppo l’aeroporto è a meno di 7 km in linea d’aria). Il coro gospel Ma'chaka mi ha colpito particolarmente, pur non amando il genere. Belle voci, esecuzione curata e sentita allo stesso tempo.

Unica nota negativa, l’organizzazione dell’evento. Poco pubblicizzato al di fuori del comune di Woluwe-St-Lambert (facente parte della Regione Bruxelles Capitale) e soprattutto carente in termini di disponibilità di programmi ed informazioni sulla posizione dei tre palchi e sulla successione degli interpreti. L’iniziativa è comunque lodevole, sia per la promozione dell’attività corale sia per la diffusione della musica. Una cosa rara da noi in Italia, ove le rassegne di cori sono eventi quasi elitari e relegati in chiese o in teatri. In ogni caso, questo colorato ed un po’ traballante festival belga è stato un modo piacevole per trascorrere un sabato pomeriggio all’aperto. Qualora rimanessi in Beglio, probabilmente ci torneri anche l’anno prossimo, meteo permettendo.