Pioggia ed Arco Baleno

Stavolta il correttore automatico non c'entra, volevo scrivere proprio Arco Baleno, ossia il nome di un interessante ensemble strumentale che ho ascoltato in una sera di pioggia a tratti. Ieri sera un'amica mi ha offerto l'opportunità di tornare nella magnifica Bruges/Brugge con la sua famiglia per un concerto vivaldiano nella chiesa dell'antico Beghinaggio. L'occasione e la compagnia era troppo attraenti per rifiutare.

La locandina:
Concerto in la minore RV 356 da L'Estro Armonico per violino, archi e b.c.
Concerto grosso in re maggiore RV 511 per 2 violini, archi e b.c.
Concerto in do maggiore RV 443 per piccolo, archi e b.c.
Concerto in sol minore RV 317 per violino, archi e b.c.
Concerto in re maggiore "il Gardellino" RV 428 per piccolo, archi e b.c.
Concerto grosso in la minore RV 522 da L'Estro armonico per 2 violini, archi e b.c.
Peter Verhoyen al piccolo
Dirk Lievens violino solista
Ann-Sofie Vande Ginste, Gudrun Verbanck e Liesbet Jansen violini
Kaat de Cock viola
Marijke Gonnissen violoncello
Jan Verheye contrabbasso
Guy Penson clavicembalo

Il concerto era di promozione al loro cd contenente una selezione di concerti per archi di Vivaldi, difatti al termine dell'esibizione hanno offerto un piccolo rinfresco pubblicizzando in maniera molto delicata anche le altre loro incisioni,   il tutto in una rilassata atmosfera familiare. Gli interpreti sono stati magistrali, poche sbavature (soprattutto in RV 511) ed una coinvolgente interpretazione. Forse un tantino "sentimentale" in alcuni passaggi, a partire dalla scelta del brillante ottavino al posto del tradizionale sopranino, ma per questo ancora più godibile di una fredda e leggera ripetizione di suoni da parte di esecutori un po' troppo zelanti nella prassi esecutiva. Bisogna anche ammettere che Vivaldi si presti a questa doppia interpretazione: mera esibizione di perfezione tecnica o leziosità virtuosistica per attirare gli applausi. In ogni caso, questo gruppo strumentale esegue repertorio di vario tipo e non si è specializzato in un unico genere. L'ensemble era guidato dal violino solista, ma in alcuni momenti ho notato una certa incertezza da parte degli altri ad interpretare le sue intenzioni. Al termine del concerto questi ci ha messo a parte che hanno dovuto subire una sostituzione all'ultimo momento causa indisposizione. Questo forse spiega il leggero spaesamento. In ogni caso, è valsa la pena dei €10 del biglietto e del viaggio in auto, fosse solo per le doti non solo tecniche di Peter Verhoyen: quando c'era lui in scena il resto del gruppo diventava un soffice tappeto sonoro. Davvero una piacevole serata, quasi come essere entrati nel salotto di questi signori che si divertono a far musica assieme.