Benedetto organo!

Sabato 26 marzo ho partecipato all'inaugurazione del nuovo organo della sala grande (o sala d'oro) del Musikverein a Vienna. Un grande evento che ha richiamato personalità politiche, ecclesiastiche e musicali (ben 5 organisti!) del Vecchio Mondo. La serata è stata aperta da un ensamble di ottoni e percussioni che ha è eseguito un brano di tale Schmidt, poi discorsi delle autorità, benedizione dello strumento, non senza un piccolo incidente "diplomatico", e finalmente musica, intervallata ad altri discorsi più o meno tecnici sull'impresa, per un totale di 3 ore. Passate in piedi, a volte in punta di piedi, cercando di vedere qualcosa, visto che avevo un biglietto economico "Stehplatz", ma piacevolmente grazie alla compagnia di alcuni amici musicisti.

Le esibizioni musicali: Peter Planyavsky ha suonato una sua improvvisazione, non ho riconosciuto il tema e sinceramente non mi ha colpito particolarmente, era quasi liturgica, Ludger Lohmann la Toccata, Adagio e Fuga di J.S. Bach BWV 564, con un interessante ed accorto uso del legato e staccato, entrambi hanno suonato dalla consolle meccanica, gli organisti successivi hanno invece usato la consolle digitale con trasmissione radio (credo), posizionata in mezzo al palco.  A seguire, Martin Haselböck con il Preludio e Fuga su B.A.C.H. di F. Liszt, a mio parere non in modo degno di nota, Dame Gillian Weir che ha stupito con due brani di O. Messiaen, uno dall'Ascension ed il celebre Dieu parmi nous da La Nativité, e pure per lo scintillante vestito, infine Olivier Latry con il Preludio e Fuga in si b di A.P.F. Boëly, un ispirato il primo tempo dalla V Sinfonia di C. Widor e la celebre Toccata finale dalla medesima sinfonia come bis richiesto a furor di popolo.
Critica alla manifestazione. Ci stava tutto tranne la benedizione, perché benedire un organo in una sala da concerti? La risposta, perché siamo in Austria, terra cattolica nell'animo. La minestra allungata anche da una retorica preghiera dei fedeli sulla musica. Per il resto, a mio parere, sarebbe stato interessante un video di spiegazioni sulle modifiche costruttive apportate, piuttosto che tante chiacchiere di retorica. Sorprendete la ripresa audio e video: sarà stato un caso ma durante l'esecuzione dell'unica donna (o forse a causa della modernità di Messiaen) la telecamera, che era posizionata ad un metro dal mio posto, si è concentrata sulle facce degli spettatori e poi... ha cambiato videocassetta, perdendo una parte del concerto. Le riprese sono infine terminate prima del secondo brano suonato da Latry, evidentemente i tecnici erano pagati a tempo e da rigidi austriaci non sono rimasti nemmeno 2 minuti più del dovuto.

Critica musicale
. Non mi posso permettere di dire nulla. Tanto di cappello a tutti quanti, tecnica da vendere. Mi hanno personalmente colpito ed interessato particolarmente le esecuzioni di Lohmann, la Weir e Latry. Avevo già avuto modo di apprezzare Latry ad Haarlem, però non mi è sembrato politicamente corretto che sia stato l'unico a concedere un bis e che abbia scelto un brano così scontato. Interessante che mi abbiano colpito i tre organisti venuti dall'estero, mentre i due che lavorano ed insegnano a Vienna non hanno suscitato il mio interesse.
Giudizio sull'organo. L'organo originale, che aveva già subito varie modifiche ed era stato elettrificato da Walcker, l'anno prossimo avrebbe festeggiato 150 anni (che curioso, ha iniziato a suonare un anno dopo che noi ci siamo riunificati in una nazione). Il lavoro di restauro ed estensione è stato fatto dalla ditta Rieger (Walcker, Rieger,... come dire da noi Tamburini e Mascioni), ma non ho alcuna informazione tecnica, dato che della presentazione ho capito poco e non ho preso il libro-programma (a pagamento, come tutto, anche il guardaroba!). La strabiliante acustica della sala non valorizza lo strumento, che comunque in generale mi è sembrato privo di carattere e pure con qualche (pochi, in verità) problema d'intonazione e vibrazioni indesiderate. Nemmeno particolarmente potente, per avere 86 registri distribuiti su 4 manuali e pedale. Domenica ho avuto modo per caso di riascoltare l'organo della Jesuitenkirche, uno strumento della Späth che non ha ancora 10 anni, con solo 41 registri, e mi è sembrato una voce divina, dalla dolcezza angelica alla potenza "temporalesca". 

Insomma, in un tempio della musica coma il Musikverein mi sarei aspettata qualcosa di più per la "regina degli strumenti"!