Harnoncourt lebt!

E come! Harnoncourt dall'alto dei suoi 81 anni ha ancora energia da vendere! Ieri sera ho avuto l'onore di assistere ad un concerto per me eccezionale: "Vespro della Beata Vergine" di Claudio Monteverdi con il Concentus Musicus Wien, l'Arnold Schoenberg Chor, il Tölzer Knabenchor, la Choralschola dell'Hofburgkapelle, diretti da Nikolaus Harnoncourt, il tutto nella magnifica sala d'oro della Musikverein di Vienna.

Esecuzione precisa, pulita (pochissimi problemi d'intonazione di qualche strumento antico), mai monotona, grazie anche al movimento dei cori e dei solisti richiamando in qualche modo l'ambientazione della Basilica di San Marco. Unico neo qualche solista, troppo lirico, se non addirittura sguaiato, con più attenzione alla bella e potente voce con vibrato esagerato piuttosto che a rendere la partitura con i madrigalismi tipici del testo. L'opera è un trattato di teologia mariana e non a caso c'era una rappresentanza dei Domenicani in sala. Sala strapiena, hanno venduto tutto, dal primo posto caro come un mese d'affitto fino all'ultimo posto in piedi.

Il vero protagonista è stato proprio lui, Harnoncourt. Fantastico! Dirige con degli sguardi che sembrano fiammate. Mai stanco, mai sopra le righe, mai "seduto" sui suoi allori. Questa è filologia che ha senso. Strumenti d'epoca ed interpretazione viva! Nell'orchestra c'erano molti giovani, spero che la sua arte possa trovare un degno erede.

Don Giovanni: da Ponte o Da Ponte?

Dopo aver recuperato un biglietto economico per andare alla Staatsoper di Vienna, mi ero psicologicamente preparata ad ascoltare ben 3h di ispirato Mozart, con il suo Don Giovanni, in una specie di "prima della prima".... invece... avevo capito male e mi sono trovata davanti un'interessante presentazione alla prima.
A "condurre" la presentazione che sembrava più un talk show che un'anteprima c'erano due giovani gemelli evidentemente noti al pubblico austriaco. I cantanti sono stati introdotti con foto proiettate sul maxischermo a metà tra la pubblicità di accessori o abbigliamento ed il talent show prima della votazione. Alcuni cantanti erano presenti come "ospiti" e solo un mezzosoprano si è degnato di cantare "in diretta" un'aria dall'opera. Cast internazionale ove sembrano mancare solo gli austriaci. Protagonista italiano, dotato di voce molto bella e pure un bel ragazzo, cosa rara tra i cantanti di una volta ma sempre più comuni. Nel bene e nel male questo ragazzo si è mostrato italiano fino al midollo! Non solo dopo un po' di tempo che lavora tra Berlino e Vienna, interpretando pure diversi ruoli mozartiani, si è distinto per non aver detto una sillaba in tedesco, ma addirittura rispondeva alle domande con un inglese degno... dei cinepanettoni. L'amara riflessione è stata che, purtroppo, siamo tutti così, intendo noi Italiani: ci facciamo riconoscere ovunque per la nostra pronuncia marcata e per l'ignoranza linguistica, ma abbiamo altre qualità che ci vengono invidiate!

Alla fine la presentazione si è dilungata oltre il tempo previsto con l'intervista al direttore d'orchestra ed al regista, gli unici che hanno sollevato il livello culturale della manifestazione, riportando al centro le vicende narrate nell'opera e la musica di Mozart. Come sempre, grazie al connubio Da Ponte-Mozart, si tratta di lavori altamente simbolici in ogni singola parola-nota. Interessanti gli aspetti teologici, che non avevo mai considerato, distratta dai doppi sensi che Da Ponte ha profuso nel libretto.

I due "conduttori", invece, si sono persi in 20 minuti di elucubrazioni sul perché si scriva Da Ponte con la D maiuscola e non da Ponte... sinceramente a me il dubbio non era mai venuto, sarà perché sono di madrelingua italiana (pure in parte veneta, come il celebre librettista), sarà perché mi interessa di più la musica!