"In ihm sterben wir zur rechten Zeit, wenn er will"

Gustav Leonhardt, colui che impersonò Bach in un noto film, che solamente il mese scorso era a Vienna per un concerto su un organo storico, e che, più seriamente, è stato in qualche modo il padre della prassi esecutiva, è mancato ieri. Dalla BWV 106 (nel link, da lui diretta):

Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit.
In ihm leben, weben und sind wir, solange er will.
In ihm sterben wir zur rechten Zeit, wenn er will.

Harnoncourt e la prassi esecutiva

Altro concerto memorabile, Nikolaus Harnoncourt, ormai 82enne, alla guida del Concentus Musicus Wien, l'Arnold Schönberg Chor, con i solisti Genia Kühmeier e Roberta Invernizzi soprani, Bernarda Fink contralto, Kurt Streit tenore e Matthias Goerne basso, ha presentato le cantate "Ach wie flüchtig, ach wie nichtig" BWV 26 e "Wir müssen durch viel Trübsal in das Reich Gottes eingehen" BWV 146, ed il Magnificat in re maggiore BWV 243, ovviamente di J.S. Bach.

Nikolaus Harnoncourt dal lato dell'orchestra (foto da qui)
La BWV 26 è molto breve, mentre BWV 146 inizia con quella bella sinfonia per organo ed orchestra ripresa nel (o trascritta dal) concerto per cembalo ed orchestra BWV 1052, da cui è tratto pure il II tempo, qui riarrangiato per coro ed orchestra. Sinceramente non sono riuscita a vedere una relazione tra queste due cantate ed il periodo liturgico, ma almeno il Magnificat, pur se non nella versione natalizia, era perfettamente in tema, sia con la festa dell'Immacolata appena trascorsa, sia con la III domenica d'Avvento "Gaudete" (per intenderci, quella indicata da una candela rosa nella corona dell'Avvento, mentre le altre sono viola, almeno nella versione cattolicizzata austriaca di questo simbolo luterano).

una cariatide
Harnoncourt è una conferma! Strumenti d'epoca ma coro corposo (una quarantina di elementi), valorizzati da trucchi intelligenti (come il "sicut locutus" a parti reali, l'incipit ed il finale del Magnificat più lenti rispetto la recente tradizione, etc.), al servizio di un'interpretazione musicale che rende interessante e comprensibile sia lo spartito sia il testo. Sorprende sempre l'inestinguibile energia e la giovanile freschezza di questo decano della musica antica. L'orchestra, più avanti con gli anni rispetto alla volta precedente, era ben affiatata. Unico neo, l'uso del positivo, praticamente non udibile; d'altronde usare l'organo della sala sarebbe stato improponibile (vedi questo post). Il coro, altra conferma. Tra i solisti, purtroppo nella media, s'è invece distinta il soprano Genia Kühmeier, voce molto bella e cantabilità magnifica, da ascoltare ancora.

coro su, coro giù, coro di lato


Dopo aver eseguito per l'ennesima volta la BWV 61 nella chiesa luterana, ma per la prima volta da davanti l'altare, è nata una discussione nella nostra mailing list sulla posizione migliore del coro durante i riti religiosi. Un po' stufa dalle decine di e-mail con commenti e considerazioni più o meno appropriati, mi sono decisa a dire la mia, ricevendo la piena approvazione della direttrice. Di seguito, quindi, il mio intervento, che riassume molto sinteticamente (causa il doversi esprimere in tedesco) le mie idee ed esperienze a riguardo.

Sono cattolica, e penso che:
1. Cantare in cantoria è come sentire un coro di angeli, cantare presso l'altare  significa pregare "con" la comunità, credo che siano entrambe buone. Cantare di lato (es. in una cappella laterale) era la soluzione preferita del mio vecchio parroco in Italia, ma nella nostra chiesa l'organo era troppo distante e c'erano 12 secondi di ritardo! 

2. Da musicista, temo che il nostro sparuto coro sia completamente soverchiato dall'orchestra se cantiamo in cantoria, inoltre penso che sia giusto che la gente veda cosa paga. Mi dispiace, è brutto dirlo, ma è la verità. La buona musica costa! (n.d.A., oltre alle tasse per la Chiesa, vengono periodicamente fatte collette specifiche per la musica durante la liturgia, l'organista ha uno stipendio, l'orchestra ed i solisti vanno pagati così come le riparazioni e l'accordatura di organo e/o clavicembalo)

3. Conosco almeno un parroco cattolico che fa fare la comunione in cerchio (n.d.A., tipico dei Protestanti, recentemente impossibilitato dalla presenza del coro e dell'orchestra nell'ambone). Mi piace questa soluzione perché rende meglio l'idea di "comunione", ma fare la fila velocizza la faccenda ed i Cattolici si lamentano sempre che la Santa Messa è troppo lunga...

4. Questa Mailing-List non è probabilmente il posto migliore per discussioni teologico-liturgiche, semmai serve per comunicazioni riguardanti il coro. Un Forum sul sito della Comunità, magari moderato dal pastore, sarebbe sicuramente meglio.

E voi che ne pensate? Meglio favorire l'acustica dell'ambiente o la collocazione liturgica? Con i vostri cori vi trovate mai a discutere di integrazione con la liturgia? Vengono coinvolti i rispettivi parroci/pastori? Avete osservato differenze tra Chiesa Cattolica, Protestante, o di altri confessioni?

Nun komm... di nuovo


Anche quest'anno abbiamo eseguito la cantata BWV 61 "Nun komm der Heiden Heiland" durante il culto della prima domenica di Avvento nella Lutherische Stadtkirche. Stessa musica ma molte cose sono cambiate rispetto l'anno scorso: almeno metà coro è rinnovato, l'ensemble orchestrale ed i solisti completamente diversi, abbiamo cantato davanti all'altare ed accompagnati dal clavicembalo. Il tutto sempre diretto da Erzsebet Windhager-Gered.

la nostra direttrice
Anche se all'inizio pensavo e sentivo che questa edizione sarebbe stata peggiore dell'anno scorso, o che almeno io l'avrei percepita tale dopo aver superato l'entusiasmo per la novità, il risultato finale mi è sembrato egualmente interessante. Dopo l'iniziale spaesamento, l'ensemble orchestrale (violino, due viole, violoncello e basso continuo al cembalo) si è fuso discretamente, menzione speciale per il violoncellista, semplicemente perfetto, ed il b.c., al suo debutto in questo compito e che si è adattato alle esigenti richieste di Erzsebet (pure lei clavicembalista, non è facile entrare nella testa di un altro!). Il coro se l'è cavata egregiamente, secondo me, nonostante due sole aggiunte esterne, un tenore ed un contralto. I solisti a metà, nel senso che il tenore Stephan Su era insicuro nella parte e nell'emissione di voce, oltre a non dare alcuna importanza al testo, il basso-baritono Ernst Istler questa volta ha dato l'impressione di volersi levare il pensiero prima possibile, mentre l'anno scorso mi commosse profondamente il suo recitativo, il soprano Imola Kocsis è stata la vera sorpresa, bella voce ed interpretazione fresca e sentita, nonostante praticamente non parli tedesco.

l'ensemble orchestrale
Chissà se l'anno prossimo sarò ancora qui per prendere nuovamente parte a questo rito della cantata di Bach per la prima d'avvento. Resta sempre una magnifica esperienza, un ritorno al mondo musicale professionale ed una intima commozione, che non è mancata neppure alla seconda edizione.

Liszt e Google

Stamattina mi sono svegliata presto, ho acceso il computer ed il doodle di Google mi ha ricordato che oggi è il 200° compleanno di Franz Liszt. È vero! Mentre mi godrò una passeggiata sulle colline a sud di Vienna, a Schottenstift celebreranno questa data con un giorno intero di mostre, seminari e concerti.

Poi, per curiosità ho selezionato la pagina iniziale della versione italiana di Google e... niente! Normalissima! Una domanda mi tormenta, ma il compleanno di Liszt, e quindi la musica, è importante solo per gli austriaci?
Per dovere di cronaca, ho provato con altre versioni nazionali di Google, hanno l'immagine di Liszt anche la Germania, la Francia e l'Ungheria, ma ne sono prive la Spagna, la Russia e l'Olanda. Siamo in buona compagnia. Chissà perché questo non mi consola affatto.

maratona Liszt: ultima puntata

La maratona con l'esecuzione dell'opera omnia per organo di F. Liszt è giunta al termine. Zuzana Ferjencikova ha concluso la serie di concerti con il seguente programma: Requiem, Trauerode, vari corali per il Cardinale Hohenlohe, "In festo trasfigurationis Domini Nostri Jesu Christi" e le variazioni su "Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen". Che allegria! Verrebbe da esclamare. Effettivamente sono tutti brani di congedo dalla vita terrena, la cui sublimazione avviene nelle variazioni su "Weinen, Klagen", ispirato dall'omonima cantata di J.S. Bach (riusata da Bach stesso nel "Crucifixus" della Messa in si min., un brano dall'alto valore simbolico, magari prossimamente ne riparleremo) e che si conclude con una solenne versione del corale "Was Gott tut, das ist wohlgetan". Concetto spiegato anche dall'abate prima del concerto.

Il concerto è stato molto ispirato, forse anche troppo drammatico, ma veramente ben curato e sentito. La Ferjencikova si e confermata un'artista matura, che sa andare oltre alla tecnica. Brava! Risulta anche evidente che conosce molto bene lo strumento su cui suona, fattore da non sottovalutare. Unica nota "stonata", la conversazione con due giovani talentuosi organisti. Perché? Perché entrambi non considerano il repertorio minore (chiamiamolo così, oppure del tardo Liszt). In realtà io non amo Liszt, almeno da studiare, nei pezzi grossi ("Weinen, Klagen", "Ad nos", "B.a.c.h.") ha messo troppe note e nel resto del repertorio troppo poche, ma penso che valga la pena valutare l'artista per tutta la sua produzione, non solo per le grandiose opere giovanili. Il virtuosissimo è progressivamente calato perché il sentimento religioso è progressivamente cresciuto e maturato. Per questo mi è piaciuta questa serie di concerti, perché non è stata una mera maratona di brani di un compositore e nemmeno una tormentata riflessione teologica, ma un buon compromesso tra i due estremi, per celebrare Liszt nel migliore dei modi.

Bach a Dresda

Sto cercando di ricordare se Johann Sebastian Bach sia mai passato da Dresda, non lontanissima da Lipsia, ma non mi viene in mente nulla, tranne forse una specie di dedicazione della messa in si min., visto che l'elettore di Sassonia era cattolico. In ogni caso, eseguire Bach qui è una tradizione che non ho voluto mancare, con la cantata "Es wartet alles auf dich" BWV 187 nella celebre Frauenkirche. Il coro e l'ensemble strumentale erano diretti dal kantor, M. Grünert, che si è occupato anche delle introduzioni organistiche.

Anche in questa chiesa il suono è a dir poco perfetto. Non troppo secco, non troppo riverberante. L'oboista sublime, degna di nota anche il soprano. Per il resto una buona esecuzione, anche se il coro era un po' scarno per il mio orecchio e talvolta veniva coperto dagli archi. L'organista-kantor sembrava piuttosto giovane ma con grande esperienza. Pure i preludi-corali erano scelti/improvvisati in perfetto stile con il periodo di composizione. Alla fine ha suonato il BWV 541, solo il preludio, pezzo difficile. Non esecuzione eccezionale, ma perfetta come conclusione al culto. Come nella tradizione luterana, la cantata (sebbene amputata) si è integrata perfettamente con la liturgia, lasciando comunque numerosi interventi cantati ai fedeli.