Ritorno al Musikverein

Non ricordo l'ultima volta al Musikverein prima di lasciare Vienna, ma ricordo la prima, ben sei anni fa, per sentire Harnoncourt dirigere Monteverdi, con una collega italiana che stava per lasciare la città. A pensarci bene, probabilmente non fu la prima volta al Musikverein, ma per la prima volta presi un posto a sedere, accanto all'organo, invece dei soliti in piedi in fondo. Dopo esattamente sei anni, per la prima volta dal rientro a Vienna, sono tornata al Musikverein, stavolta nella sala Brahms, ma nuovamente con un posto a sedere. L'occasione è stato un concerto in cui suonava Giulia, la violinista di cui più volte ho parlato.

Il programma ha previsto: Purcell Music for the Funeral of Queen Mary, Britten Ciaccona in sol minore da Purcell, Pärt Canto in memoria di Benjamin Britten nella prima parte e l'intera messa da Requiem di Mozart KV 626 nella seconda. Con l'orchestra del Wiener Concert-Verein, con il coro della Radio Croata (che festeggiava 75 anni), diretti da Tonči Bilić, ed i solisti (nel Requiem) Ivana Lazar (S), Ivana Sbrljan (mezzo) Ivo Gamulin Gianni (T) e Ivica Čikeš (B).
la sala Brahms del Musikverein dalla balconata sopra il podio
A parte la scelta un po' funerea, il concerto mi è piaciuto molto. In particolare ho scoperto il Canto di Pärt, autore cui mi sto appassionando sempre di più, nonostante l'essenzialità della composizione rispetto al mio mito, Bach. Purcell è sempre solenne e Britten una gioia per gli orecchi. Non ho condiviso la scelta di alcuni tempi del Requiem, ma nel complesso esecuzioni piuttosto tradizionale, non straordinaria. Nessuno dei solisti ha brillato in modo particolare, il coro ha dato una buona prova, a parte un'occasionale leggera calata dei tenori. Non ho sentito la compagine particolarmente affiatata, eppure lo stesso programma era già stato proposto a Zagabria qualche giorno fa. Forse ha pesato un po' la stanchezza o forse l'impietosa acustica della sala.

Che impressione mi ha fatto tornare al Musikverein? Portandoci un collega che non c'era mai stato, ma che ama e comprende la musica, l'ho rivissuto con gli occhi della sorpresa. Per tutti i dettagli che io avevo dimenticato e che lui vedeva per la prima volta. Il concerto è stato seguito da una piacevole semicena con la violinista di cui sopra e Stefano, il compositore e direttore di cui ho parlato in precedenza. In pochi minuti si è creata una bella sintonia nel gruppo, come difficilmente mi era accaduto quando ho cercato di portare colleghi ad occasioni musicali e viceversa. È bello essere tornata a Vienna!

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