Tra morti e Santi

Il "ponte dei morti", come si usa dire dalle mie parti, è stato ben utilizzato per allargare il mio orizzonte musicale, ascoltando due concerti/celebrazioni particolari: il Requiem di Duruflé e la Messa in la maggiore di Franck.

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Domenica 30 nella Marienpfarre, una chiesona di fine '800 nel XVII distretto, si è tenuto un vero e proprio concerto "ecumenico" in tema Duruflé, ricordandone i 30 anni dalla morte. Per quest'omaggio si sono riuniti la Wiener Evangelische Kantorei, il coro della Marienpfarre e l'ensemble pro musica sacra della Pauluskirche, diretti da Martin Zeller, accompagnati all'organo da Wolfgang Capek e con i brani introdotti dalle rispettive melodie gregoriane intonate da quattro elementi della Wiener Choralschola. L'idea di far sentire il canto gregoriano da cui Duruflé ha tratto l'ispirazione è stata particolarmente azzeccata, non solo per comprendere meglio la rielaborazione dell'autore, ma anche per prolungare la mezz'oretta scarsa del Requiem fino alla normale durata di un concerto di almeno un'ora. Il tutto è stato preceduto dalla Toccata dalla Suite op. 5 dello stesso autore. Nel complesso hanno fornito una buona esecuzione, un plauso particolare all'organista, titolare nella Augustinerkirche, che ha confermato la sua abilità allo strumento, in questo caso un modesto Rieger. Duruflé ha chiaramente preso spunto dal lavoro di Fauré, usando i medesimi numeri, quindi rompendo la tradizione delle messe da Requiem dei secoli precedenti. Anche l'uso dei solisti e lo schema compositivo di alcuni brani richiamavano fortemente l'omonima composizione di Fauré. Ho trovato interessante la rielaborazione delle melodie gregoriane, rendendolo un Requiem più accessibile e mistico del precedente e svincolando il ritmo dal tempo classico. Niente di estremamente moderno nelle armonie. In qualche modo ancora figlio dell'ultimo romanticismo francese, a mio parere.


l'organo dell'Alserkirche
Stamattina, nella mia parrocchia, Alserkirche, nel IX distretto, l'ordinario della santa messa è stato cantato dal coro della Wiener Tonkunstvereinigung, diretto da Laura Perez Soria ed accompagnato all'organo da Henriette Nagy. Il coro ha purtroppo dimostrato di non essere abituato a cantare in chiesa, in particolar modo in questa. Sorvolo sulle chiacchiere da mercato in cantoria prima dell'inizio della celebrazione, ma pure il bilanciamento di sonorità tra organo e coro è risultato fallimentare, con l'organo che copriva il coro nella maggior parte dei casi. Le voci erano numerose ma in taluni punti poco curate e talvolta con qualche problema d'intonazione. La pronuncia tedesca di una messa latina composta da un belga che lavorava a Parigi non si poteva sentire. L'organista, invece, ha gestito discretamente lo strumento ed il repertorio, oltre a fornire un buon accompagnamento alla liturgia con interessanti improvvisazioni sui corali ed una frizzante Toccatina di Dubois alla fine. La messa in la di Franck è un'opera articolata, piena di spunti musicali secondo il testo, con un accompagnamento chiaramente orchestrale anche all'organo (con l'aggiunta di un'arpa e di un violoncello). Della messa originaria farebbe parte anche il celeberrimo Panis angelicus, per fortuna non eseguito, oltre al Credo che invece è stato recitato dai fedeli.

Questo repertorio è ingiustamente poco ascoltato. Forse perché in qualche modo di origine francofona. Pur preferendo il Requiem di Fauré, mi farebbe piacere riascoltare e magari cantare la versione di Duruflé. Per quanto riguarda la messa di Franck, probabilmente un ensemble differente ed un'occasione diversa avrebbero reso maggior onore alla composizione, però apprezzo enormemente l'iniziativa, essendo Alserkirche una parrocchia a metà tra centro e periferia, con generalmente poca gente alle celebrazione e di età avanzata. Quello che è normale per l'Augustinerkirche, la Jesuitenkirche o Stephansdom diventa qui una rarità eccezionale.

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