Sabato scorso, 15 ottobre, ho partecipato alla IV edizione della giornata dell'organo.Dalle 14:30 alle 23 si sono succeduti concerti nelle chiese più note della città, dall'organo più antico al più recente, con il solo scopo di sensibilizzare la gente alla presenza di questo strumento. Mi sarebbe piaciuto si fossero unite anche le sale da concerto, per sfatare il mito che l'organo sia uno strumento prettamente da chiesa, ma magari la prossima volta.
foto da Wikipedia |
Il programma completo si trova qui. Ovviamente ho dovuto fare una selezione, tra l'altro saltando a piè pari tutte le esecuzioni degli studenti delle locali scuole di musica. Causa altre priorità ho intenzionalmente perso il primo concerto alla Dominikanerkirche ma mi sono trovata poco prima delle 16 in Michaelerplatz con un’amica che mi ha accompagnato per tutta la maratona organistica. Potevamo scegliere tra l’Augustiner- e la Michaelerkirche ed abbiamo optato per quest’ultima per l’organo storico (inizio 1714). Strumento che non delude mai, anche perché Manuel Schuen, l’organista, vi suona da anni. Avrei gradito qualche azzardo in più nella registrazione, che invece era rigidamente consona al repertorio (Kerll, Frescobaldi, Böhm, etc.). Due particolari non musicali hanno stonato: l’insistenza nel chiedere un’offerta da parte del parroco, tenendo conto che in questa chiesa già tengono regolarmente concertini per turisti per finanziare il recente restauro dello strumento, e la richiesta del programma all’uscita, un semplice A4 fotocopiato in cui facevano pure pubblicità alle altre iniziative musicali della parrocchia ed ai CD da loro prodotti.
foto da Wikipedia |
Non siamo rimaste fino al termine perché alle 16:30 iniziava un altro concerto alla Jesuitenkirche. Qui, prima abbiamo sentito la studentessa moldava Cristina Galusca in Bach (Concerto Bach-Vivaldi in re minore BWV596), Mendelssohn (VI sonata op. 65/6) e Reger (fantasia corale su “Wachet auf, ruft uns die Stimme” op. 52/2) e poi il suo insegnante Michael Gailit in Bach (Partita su “Christ, der du bist der helle Tag” BWV766 e preludi corali su “Allein Gott in der Höh sei Ehr” BWV662-664 dalla collezione di Lipsia) e Schmidt (Ciaccona in do diesis minore). La prima ha pagato la giovane età e l’inesperienza. Non ha saputo gestire bene i registri e l’interpretazione era scolastica ed immatura. In Bach il primo allegro era troppo lento (o meglio, privo di ritmo), mentre l’adagio era troppo veloce e poco lezioso. La seconda variazione sul corale in Mendelssohn era confusa, causa registri errati al pedale. Tecnicamente le sbavature erano trascurabili, ma appena l’insegnante ha iniziato a suonare pure la mia amica, non organista, ha convenuto che sembrava di sentire un altro strumento. Lui sì conosceva bene come far tremare le pareti della chiesa o raggiungere il limite dell’udibile, come pulire i suoni, gestire il fraseggio e dare un senso alla composizione. Per carità, nulla di eccezionale, semplicemente la mano navigata di qualcuno che evidentemente conosce l’organo e l’ambiente in cui si trova. La ciaccona di Schmidt resta per me un pezzo troppo lungo e difficilmente digeribile.
Wöckherl-Orgel, foto da Wikipedia |
Per le 19 eravamo nella Franziskanerkirche per un concerto alquanto inusuale: serie di improvvisazioni con l’organo Wöckherl (1642, con temperamento mesotonico), l’organo Rieger (equabile) e voce. Allo strumento contemporaneo c'era Manfred Tausch, allo strumento antico, al positivo ed incaricato della presentazione Johannes Ebenbauer ed il soprano era Susanne Kurz. Oltre ad essere piuttosto bravi nell’improvvisare in diversi stili, hanno mostrato un certo affiatamento nel suonare assieme. Interessante combinazione tra organi così diversi. L'impatto iniziale ha fatto sembrare lo strumento antico “stonato” e modesto rispetto al possente Rieger ma poi la bellezza delle armonie e dei registri dello strumento storico ha prevalso sull'impersonalità di quello moderno.
Dopo una tradizionale cena viennese, innaffiata dal mio primo Sturm, abbiamo fatto a tempo a sentire parte dell’ultimo concerto della giornata, a Stephansdom. Ascoltare musica nella cattedrale di sera assume sempre i contorni di un’esperienza mistica, probabilmente per l’oscurità, le dimensioni della chiesa e l’acustica. Konstantin Reymaier ha eseguito sul nuovo Rieger Bach, un’improvvisazione e una trascrizione del celeberrimo adagio dalla VII di Bruckner, per terminare con una piccola improvvisazione sulla ninna nanna di Brahms. Anche qui nulla di eccezionale, ma l’organo merita e l’ambientazione è unica. L’unico rammarico è storico, perché Bruckner ha prestato regolare servizio come organista ma ha composto poco o nulla per questo strumento, nonostante sui nostri libri di storia della musica si dica che il suo stile compositivo risenta della formazione organistica.
Conclusione. Come la lunga notte delle chiese, credo sia un’iniziativa da ripetere e copiare. Ancora troppe persone si rifiutano di mettere piede in chiesa per paura di non so cosa e così facendo si perdono grandi opere d'arte. Indipendentemente dalla fede o qui anche dalle tasse, la musica come la pittura sono state finanziate in passato dalla Chiesa e non possono essere da questa svincolate. Inoltre molte persone non sanno che un organo ha una pedaliera che copre due ottave e mezza, che gli spartiti per organo sono scritti su tre righi per questo motivo, non sanno cosa sia un registro e quanto complesso ed evoluto sia il meccanismo di funzionamento di questo strumento, non sanno nulla di temperamenti ed accordature, etc. Associano l'organo solamente a noiosi accompagnamenti dei canti durante la messa, senza nemmeno immaginare che quello strumento ha il potenziale di un'orchestra intera. Il 75% del repertorio organistico non è prettamente liturgico. In tutto il pomeriggio ho sentito solo qualche corale che può essere quindi definito musica sacra, tra l’altro corale luterano in chiesa cattolica. Per il resto, tra preludi, ciaccone, toccate e canzoni non c’era nulla di “religioso” se non l'ambientazione. Speriamo di aver demolito qualche pregiudizio!
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