La prima volta di Mrs. Pinkerton

La stagione del Filmfestival al Rathaus volge al termine e mi sono concessa un'ultima serata grazie alla compagnia di un'amica e collega tedesca. L'occasione perfetta era la proiezione della Madama Butterfly di Puccini nell'allestimento del Metropolitan del 2009, con Patricia Racette (Butterfly), Marcello Giordani (Pinkerton), Maria Zifchak (Suzuki), Dwayne Croft (Console), diretto da Patrick Summers con la regia del compianto premio oscar Anthony Minghella.

È stata la prima volta per me con Butterfly per intero (link ad una versione critica). Ho rafforzato la mia opinione, adoro Boheme e Tosca, ma le altre opere di Puccini non m'ispirano allo stesso modo, le trovo troppo… “urlate” per i miei gusti antiquati. Nel caso di Butterfly ci sono momenti sublimi, bisogna ammetterlo, inoltre la storia è molto moderna e coinvolgente. Ciononostante ho trovato strano udire un fugato, pur se ben fatto e basato su una citazione, nella sinfonia iniziale. Per un attimo ho creduto di aver beccato Mozart (Zauberflöte per esempio)!

Il bimbo con l'ingombrante presenza dei 3 burattinai
I cantanti se la sono cavata egregiamente. Butterfly molto espressiva, anche se chiaramente più vecchia dei 15 anni previsti dalla storia, quindi l’atteggiamento da bambolina ed ingenuo suonava manierista. Suzuki brava. Entrambe, però, non hanno curato molto la pronuncia. Pinkerton, chiaramente italiano, ha reso il carattere più mediterraneo che americano, ma egregiamente. Il console ha mostrato una grande forza drammatica. Goro se l’è cavata ma non so se intenzionalmente o meno è diventato una macchietta forzatamente effemminata. Bello l’adattamento con richiami al teatro giapponese, pur forse con qualche minima svista o forse voluto adattamento alla mentalità USA (davvero trascurabile). Non ho apprezzato la scelta di usare un burattino (animato da ben 3 persone) per il figlio. Al di là della tradizione giapponese e della simbologia che qualcuno ha voluto vedere nel rendere la solitudine e la discriminazione che vivrà il bimbo, avrei preferivo vedere un fanciullo in carne ed ossa come sempre. Probabilmente dal vivo in teatro i tre burattinai mascherati di nero quasi non si notavano, ma nelle riprese video erano un fattore di disturbo e distrazione.

Bella serata. Freddina ma limpida. Dubito riuscirò ad assistere ad altre proiezioni per quest'anno. In compenso tra poco inizia la stagione alla Staatsoper, ove potrò finalmente godere di opere dal vivo, magari quest'anno mi concedo pure un Wagner.

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