Ritorno al passato remoto

Il mio abituale ritorno a casa per le festività pasquali è stato segnato da un concerto particolare. Un tuffo nel passato remoto ed un riassunto di tutta la mia vita. Queste le sensazioni che ho avuto, anche se il concerto in sé è stato un semplice concerto d’organo.

Per dovere di cronaca, la locandina.
Lunedì 21 aprile, alle 17, concerto d’organo nella chiesa di San Lorenzo di Abano Terme (Padova) con Francesco Finotti con il seguente programma: di J. S. Bach Toccata, Adagio e Fuga in do magg. BWV564 e Concerto in la min. BWV593 da A. Vivaldi, di W. A. Mozart Andante in fa K616, di C. Franck II Corale in si min. e Final in sib, op. 21. Bis, parte del corale “Ach bleib bei uns, Herr Jesu Christ” BWV649 dalla raccolta Schübler.

Abside con canne di facciata
Perché ho avuto l’impressione di rivedere tutta la mia vita in questo concerto? Innanzitutto perché non entravo in quella chiesa da almeno dieci anni. In quella chiesa ho mosso i primi passi nella musica quasi 20 anni fa, entrando nella corale. Su quell’organo, un Tamburini a 3 tastiere, ho messo le mani (ed i piedi) per la prima volta grazie alla disponibilità dell’ex organista titolare. Su quell’organo, ripensato completamente da quello che sarebbe diventato il mio insegnante “clandestino”, mi feci sentire da lui per la prima volta, nonostante fossi fasciata e dolorante per una caduta in bici la mattina stessa. Quei banchi sono stati testimoni silenziosi di anni di preghiere, crisi, meditazioni e speranze, non solo per quanto riguardava la mia vita musicale, ma anche per quella scolastica e sentimentale. Il programma, poi, mi è sembrato una rappresentazione dei miei trent'anni passati: Bach con gusto italiano come la mia vita in Italia ma con lo sguardo rivolto alla Germania, il breve brano di Mozart come i miei leggeri ma istruttivi 3 anni a Vienna, infine Franck (di origine belga) come il mio inizialmente triste impatto in Belgio e successivo cambio di prospettiva. Il fatto che il corale del bis fosse lo stesso inviato con gli auguri di Pasqua via mail (onorata dal fatto di aver “ispirato” l’idea) ha rafforzato la mia personalissima interpretazione. Ho rivisto tutto con gli occhi di adesso. Qualcosa è immutato, qualcosa nuovo, ma io sono diversa.


Torno, invece, a parlar di musica, tralasciamo il coinvolgimento emotivo e l'interpretazione romantica. Non sono stata delusa, sebbene il programma fosse abbastanza a misura di turista tedesco di passaggio, quindi includendo brani mediamente celebri per persone appassionate del genere. Bach limpido come raramente si ascolta ma allo stesso tempo “orchestrato” in modo magnifico, Mozart meditativo, Franck sinfonico, complesso, grandioso. Nonostante un trascurabilissimo vuoto di memoria nel Final, notato solo da chi conosceva il brano e comunque recuperato all'istante, l’intero concerto ha mostrato una maturità ed un controllo sia della tecnica sia dell’interpretazione davvero rari, specialmente in Italia. Qualcuno potrà obiettare che il mio giudizio sia di parte, visto che si trattava di un mio insegnante e di una chiesa nota. Non credo, la mia onestà intellettuale m’impedirebbe di dir bene di una cosa che non mia abbia pienamente soddisfatto. Sono estremamente intransigente, anche con me stessa. Se il concerto non mi fosse piaciuto, avrei semplicemente evitato di parlarne.

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