Come da tradizione, a Vienna è iniziato il Rathaus Filmfestival, ma quest'anno sono a più di 1000 km di distanza per poter tentare di assistervi. Grazie ad un'amica sul posto, però, sono venuta a conoscenza della proiezione di una recente edizione de L'elisir d'amore di G. Donizetti, disponibile su YouTube (legalmente? link), proprio per l'apertura della manifestazione, sabato 29 giugno. Vederla in casa, quasi con il riscaldamento acceso, non è la stessa cosa che essere seduta all'ombra del municipio di Vienna con una giacchina sulle spalle, una birra in mano e gli amici accanto. Internet, però, mi dà la possibilità di farne egualmente una personalissima recensione.
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Si tratta dell'edizione presentata al Festival di Pentecoste di Baden-Baden l'anno scorso, con Rolando Villazon nella doppia figura di cantante e regista. La direzione musicale era affidata a Pablo Heras-Casado ed il cast comprendeva, oltre a Villazon nel ruolo di Nemorino, Miah Persson (Adina), Roman Trekel (Belcore), Ildebrando D'Arcangelo (Dulcamara) e Regula Mühlemann (Giannetta). La particolarità di questa edizione è la trasposizione della vicenda in un set cinematografico di un film western muto in bianco e nero. Come dice il regista, tre storie si svolgono in parallelo: il western, la regia del film (anni '50?) e l'opera. Il minifilm risultante viene poi proiettato al termine dell'opera su una base orchestrale (sinfonia iniziale), mentre durante l'opera si sentono brevi interventi pianistici che richiamano l'ambientazione western.
L'idea dell'ambientazione cinematografica e western è davvero simpatica. Nemorina diventa così un peon messicano nel film ed una povera comparsa nella vicenda, innamorato della star Adina. Dulcamara è uno stregone indiano, Belcore un ufficiale che ricorda Custer, e via dicendo, mentre Giannetta è l'assistente del regista, impersonato da Dulcamara dismessi gli abiti da stregone. Le doti istrioniche dei cantanti ne sono così esaltate come anche il lato comico della vicenda. Pur se affezionata all'ambientazione tradizionale, in qualche villaggio del centro-sud Italia, non mi è dispiaciuta questa complessa trasposizione. In Germania c'è una vera e propria passione per la modernizzazione delle opere liriche, questo mi sembra un buon compromesso senza perdere il senso della storia narrata in musica da Donizetti.
La musica, però, risulta in secondo piano. Ho notato meno attenzione all'espressione musicale ed in alcuni casi anche alla pronuncia ed alla comprensione del testo. Peccato! Adina fantastica, Nemorino buono ma non eccezionale a mio parere in questa edizione, Dulcamara una riuscitissima macchietta ma adombrata da faccette e smorfie varie, e via dicendo. Forse in parte è colpa della registrazione che ha "bilanciato" le differenze che si sentono in teatro, anche tra orchestra e voci, forse della conversione del video su YouTube, forse pure dei miei altoparlanti. Resta una spassosa ed interessante versione de L'elisir d'amore che potrebbe far avvicinare all'opera numerosi neofiti. Complimenti Villazon per l'idea!
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