un circo per la poesia della rivoluzione

Finalmente sono riuscita a vedere l'Andrea Chenier, opera di Umberto Giordano, per di più nel discusso allestimento del Festspiele di Bregenz. Ovviamente sempre grazie al FilmFestival al Rathaus di Vienna.

Non conoscevo quest'opera se non per sentito dire e sempre con toni entusiastici, eppure non sono tornata a casa con il rammarico degli anni persi. Come precedentemente detto, l'amplificazione di quest'anno rende la voce un po' falsa e quindi il coinvolgimento emotivo è più faticoso. Devo anche premettere che non conoscendo la musica non si è innescato quel meccanismo di "familiarità" che rende piacevole il riascolto di qualcosa noto. Il linguaggio musicale è anche piuttosto avanzato (sì, lo so, è un'esagerazione per l'epoca, ma abbiate pazienza, rispetto a Verdi). Un'altra nota dolente è stata la non sottotitolazione dell'opera. Solitamente c'è e pur se in tedesco fornisce un aiuto alla comprensione di un italiano arcaico, reso ancor più ostico dal canto, specialmente quando non si conosce o non si ha il  libretto. 

La cosa che colpisce maggiormente di questo allestimento è sicuramente l'impianto scenico, cui s'è accompagnata una regia a dir poco eccentrica. L'idea di Marat immerso nella vasca che in realtà era il lago di Costanza (Bodensee in tedesco) è geniale, ma il gusto dei costumi da gay-pride, i tuffi acrobatici ed i balletti sospesi, scene di violenza rappresentate troppo realisticamente, gli interventi di chitarra elettrica (immagino non previsti in partitura dal povero Giordano), etc. mi sono sembrati un po' eccessivi. Soprattutto se ciò non contribuisce al coinvolgimento del pubblico nella storia, semmai a distrarlo con uno spettacolo quasi circense. Sarò all'antica, me preferisco gli allestimenti "realistici", anche se trasposti in epoche diverse o reinterpretati. Qui le carte in tavola c'erano tutte: l'evoluzione del personaggio femminile, la poesia come arte che salvifica, i lati oscuri della rivoluzione, l'ipocrisia, il sacrificio... In conclusione, grande spettacolo per gli occhi ma non per cuore ed orecchi.


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