Anche
quest'anno si è svolta la Lunga notte delle Chiese ed ha avuto
l'abituale imbarazzo della scelta tra le innumerevoli iniziative e
concerti, con la compagnia eccezionale di amici italiani e non, che
hanno dimostrato una notevole resistenza nonostante i miei giri
estenuanti ed i concerti non proprio leggeri. Il programma prescelto è variato
in corso, alcune chiese sono saltate per motivi di tempo ma ci sono
state delle piacevoli ed inaspettate nuove esperienze. Alla fine gli eventi
cui abbiamo preso parte sono stati:
- visita guidata agli organi della Augustinerkirche
- coro giovanile alla Hofburgkapelle
- concerto per violino solo alla Ruprechtskirche
- musica sacra ortodossa nella Cattedrale greco-ortodossa
- concerto per organo nella Jesuitenkirche
- musica antica a St. Salvator
- “Stabat Mater” di G.B. Pergolesi in Maria am Gestade
- “Quadri da un'esposizione” trascritti per organo da J. Guillou a Schottenstift
- “Variazioni Goldberg" di J.S. Bach al pianoforte a Stephansdom
Una
serie d'impressioni. Tanto di cappello all'organista dell'Augustiner, Johannes Ebenbauer, che oltre ad illustrare gli strumenti ha regalato un po' di
letteratura ad hoc. Il coro giovanile, ORG Wiener Sängerknaben, non era un coro di voci bianche
come mi aspettavo, ma di adolescenti che cantavano seriamente e
piuttosto bene musica sacra dal XVI al XXI secolo, ma mi è mancata
la dinamica di un coro adulto e la freschezza di un coro di bambini.
Una menzione merita la violinista nella Ruprechtskirche, di cui ho dimenticato il nome (sic!) e che si è cimentata con un
programma barocco inedito tutt'altro che facile, mostrando grande abilità tecnica ed
una buona interpretazione.
Non sono appassionata di musica ortodossa
ma ho sentito quattro voci davvero notevoli e dall'orecchio
infallibile, sicuramente una liturgia con la loro partecipazione
sarebbe particolarmente suggestiva ed evocativa. L'organo della
Jesuitenkirche è uno dei migliori a Vienna a mio parere, ma in
questa occasione l'organista, Michael Gailit, non ha scelto il repertorio che
l'avrebbe valorizzato a dovere, volutamente evitando i romantici
francesi e pure i tedeschi, sempre secondo me. Il poco che ho sentito
nella Salvatorianer avrebbe meritato un più lungo ascolto, per gli esecutori del Collegium Musicum del Conservatorio Prayner su strumenti d'epoca. Anche lo “Stabat Mater” era con strumenti d'epoca ma
le due cantanti non mi hanno convinto, specialmente il contralto, con
poca attenzione al testo e voce non ben controllata. È almeno la
seconda volta che ascolto questo commovente brano qui a Vienna ed
anche stavolta sono rimasta delusa dall'interpretazione. ZuzanaFerjencikova a Schottenstift è stata una conferma, davvero
bravissima, non solo tecnicamente, nel rendere visibili i quadri
descritti dalla musica. Il Finale nella Cattedrale è stato sublime,
merito dell'ottimo pianista Matthias Fletzberger. L'ambientazione, complice la rinnovata illuminazione colorata, e la musica di Bach,
articolata, cerebrale, ma allo stesso tempo consolante e piacevole
anche per i non musicisti, hanno fatto il resto.
Nessun commento:
Posta un commento