musica come cultura

Grazie ad Alberto, autore di un interessante blog, sono venuta a conoscenza che recentemente Repubblica, con il gruppo l'Espresso, ha messo a disposizione una serie di dvd su alcuni grandi compositori. Ogni filmato, di circa 1h, tratta di un compositore diverso, scelti tra i più celebri, senza un preciso criterio temporale o geografico. La biografia del musicista prescelto è narrata con intelligenza (non si tratta né di agiografie né di elenco di date in stile enciclopedico) da Corrado Augias, mentre gli esempi e la critica musicale sono a cura del M.o Giuseppe Modugno. Il tutto è intervallato da alcuni minuti delle composizioni più significative, tratti da esecuzioni note e di tutto rispetto, pur se non confacenti alla prassi esecutiva (come farebbe notare qualcuno), ma lo scopo è divulgativo. Alcuni di questi video sono (legalmente? comunque utili per diffondere la serie tra chi vive all'estero) disponibili su YouTube.

Da Bach-addicted come sono non ho posso fare a meno di valutare criticamente la puntata a lui dedicata. Come si fa a ridurre la grandezza di un tale personaggio in 50 minuti? Devo ammettere che Augias ed il M.o Modugno hanno fatto un buon lavoro, pur se con qualche piccola imprecisione. Non mi è piaciuto il modo in cui hanno menzionato il temperamento equabile, quasi attribuendone a Bach l'invenzione. Non è stato così e soprattutto il suo "equabile" non era equabile come lo intendiamo noi! Se così fosse stato, non avrebbe scritto 24+24 preludi e fughe, una per tonalità, ognuna con carattere diverso, ma solamente una in maggiore ed una in minore trasportabili in tutti i toni. Altro dettaglio, le immagini dissociate dagli esempi musicali: quando veniva mostrato uno spartito (autografo?) non si trattava mai di quello che si stava ascoltando, inoltre hanno raccolto ritratti di Lutero e dei suoi luoghi mentre si sentiva il BWV 1041, che non ha niente a che vedere con la musica sacra luterana. La cosa che, invece, mi ha fatto sorridere è stato l'aneddoto sui funerali. Bach non era cinico, il calcolo sulla mortalità è comune a tutti gli organisti, ammetto di averlo fatto pure io in quel periodo in cui con i funerali mi pagavo gli studi...

il duomo di Montegrotto
In conclusione, ritengo l'iniziativa lodevolissima e molto ben riuscita. In genere sono molto critica con simili produzioni, ma in questo caso i fatti principali della vita di un autore sono state abilmente condensata ed esposte, senza perdersi in dettagli romantico-nostalgici e senza farne un documentario, che sarebbe stato sì interessante ed esaustivo, ma non avrebbe attratto chi di queste cose non vuol sentirne parlare. Credo che quella percorsa sia una via efficace per la diffusione della cultura!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Lidia, sono d'accordo con te, i documentari sono ben fatti, forse qualche minuto in piu' non avrebbe guastato. Ad avermi deluso sono invece i contenuti extra: nel numero dedicato a Bach, infatti, ce n'e' uno dedicato all'organo e mi sarei aspettato un'introduzione allo strumento, alla sua struttura e al suo funzionamento, invece si tratta di meno di 15 minuti di cui i primi sono una breve introduzione del maestro Alessandro Licata all'organo dell'accademia di S. Cecilia e i restanti sono una sua esecuzione sullo stesso strumento dell'immancabile Toccata e fuga BWV 565. Peccato davvero.

Lydia Blumentopf ha detto...

Grazie per l'informazione. Peccato, però, l'ennesima occasione persa per quanto riguarda l'organo, per di più con un brano stranoto, completamente slegato dalla liturgia e di cui ancora si discute l'autenticità.