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La scorsa domenica sono andata nella Schubertkirche per vedere la proiezione di un insolito film: essendo in tempo di Quaresima e ricordando il compleanno di Bach, il film era “Es wäre gut, daß ein Mensch würde umbracht für das Volk” (E' bene che un uomo muoia per il popolo), noto anche con il titolo “Johannes Passion”, dato che è basato sull'omonima composizione di Bach. Il film è stato diretto e scritto da Hugo Niebeling, girato e prodotto in Germania nel 1991. Non avevo mai visto prima questa pellicola, non è mai giusta in Italia... probabilmente perché è in Tedesco, forse perché il testo evangelico viene dalla traduzione fatta da Lutero o forse perché l'interpretazione generale è troppo moderna per molti bigotti e tradizionalisti italiani. In ogni caso ho trovato questo film davvero impressionante.
Dalla presentazione ufficiale del film: adattamento della Passione secondo San Giovanni di J.S. Bach in forma di (sigh!) musical, ambientato nella Cattedrale di Spira, in Germania. Qui, il regista Hugo Niebeling ha posto le arie e le coreografie danzate nelle scene corali, ove i ballerini indossano antiche maschere. La colonna sonora è basata sull'esecuzione della München Bach Orchestra e del München Bach Chor diretti da Karl Richter, nel 1964, ma i solisti Ernst Haefliger (Evangelista) e Kieth Engen hanno registrato nuovamente le loro parti. Il cast comprende: Christoph Quest (Gesù) di 50 anni all'epoca del film, Klaus Barner (Pilato), Ernst Haefliger (Evangelista). Una clip del film si può vedere qui, ove si può acquistare il dvd per meno di €10. In rete si trovano delle recensioni, ahimè solamente in Tedesco.
Da quella di P. H., pubblicata su film-dienst, n. 26, del 1991, riporto i seguenti passi.
La rappresentazione della Passione secondo San Giovanni di Bach in un film è un'idea fantastica. Nessuno ha mai intrapreso un progetto simile nei decenni passati della storia cinematografica tedesca. Niebeling si allontana dalla rappresentazione tradizionale in forma concertistica della Passione, spostando la scena nella Cattedrale di Spira, realizzandola come un musical incentrato sul confronto tra Gesù e Pilato, ove i cori e le arie fungono da commenti e meditazioni come nella tragedia greca. La musica è la ben nota incisione di Karl Richter del 1964. Dalla combinazione di musica, architettura, recitazione e danza, Niebeling crea un'opera d'arte che convince da ogni punto di vista. Oltre che la storia narrata nei capitoli 18 e 19 del Vangelo di Giovanni, compaiono alcune scene aggiunte dal regista, come la cacciata dei mercanti dal tempio, ed altre di pura invenzione, come il banchetto a casa di Pilato. Niebeling presenta i solisti ed il coro in scene alternate, anticipando e sostenendo la coreografia danzata con specifiche luci e colori. Un esempio che spiega la difficoltà di sceneggiare la musica è l'aria del basso che accompagna la salita di Gesù al Golgota, che contiene numerosi richiami alle anime perse che salgono pure il Golgota. Niebeling rappresenta ci con ballerini vestiti di bianco che corrono lungo le navate, attraversando il cammino di Gesù. Il risultato è meramente estetico, ma non porta ad una maggiore comprensione né della musica né del testo cantato. Niebeling inscena un capolavoro di Bach cercando anche di aggiornarlo. Infatti durante le prime battute si possono vedere gli attori che corrono verso la Cattedrale lungo le strade di Spira e che poi vengono gradualmente trasformati nei personaggi che interpretano. Quando l'attore che impersona Gesù cerca di confrontare la sua immagine truccata con quella preservata nella Sacra Sindone, capisce che "non sono io!" ("Das bin ich nicht!") e decide di recitare senza maschere e parrucca. Di conseguenza l'immagine di Gesù viene rivoluzionata, la rappresentazione tradizionale di un giovane affascinante uomo con i capelli lunghi, seguita anche da "Il Vangelo secondo Matteo" di Pasolini e "Jesus of Montreal" di Arcand, lascia il posto ad un uomo comune, privo di alcuna trasfigurazione eroica, di mezza età, calvo e con la barba ispida, un uomo buono ma anche determinato, che segue la sua strada senza tentennamenti. Grazie all'interpretazione di Christoph Quest, la figura di Gesù vince in attualità, anche quando la rappresentazione segue l'iconografia tradizionale. Al contrario Klaus Barner come Pilato risulta più debole, in ogni caso in accordo con l'interpretazione di Niebeling. Il suo Pilato è un impiegato, che esamina meticolosamente gli strumenti di tortura ma che non presta attenzione ai corpi martoriati delle vittime. Sul fronte opposto la figura di Pietro, interpretato da Ralf Richter come un uomo d'azione, che piange per non potersi opporre all'arresto di Gesù. Questo film è una bella scelta, non solo per gli amanti di Bach, ma anche per il grande pubblico, anche se le aspettative dei più giovani verranno parzialmente disattese.
Da un'altra recensione, di Peter W. Jansen, pubblicata su TIP Magazin, n. 26, del 1991.
Così o niente! Il film "Es wäre gut, daß ein Mensch würde umbracht für das Volk" di Hugo Niebeling trasforma la Passione secondo San Giovanni di Bach' in un adorabile musical.
E' estate, nel traffico di una qualunque città di medie dimensioni. La gente cammina lungo le strade, su moderni marciapiedi. Gradualmente alcune persone si separano dalla massa ed entrano in una chiesa. Nello spogliatoio, che sembra nella cripta o nella sacrestia, appare uno degli attori con una maschera di Gesù. Esclama "Questo non sono io!", poi si toglie la parrucca rivelando la sua calvizie: "O così o niente!".
Quindi "così o niente" è probabilmente l'unico modo di fare questo film., sempre al limite della tragedia, quasi melodrammatico. E' tutto un artefatto, come Bach ha fatto con la musica, composto da musica e geometria, voci e rappresentazioni, costumi e coreografie, luci e movimenti della telecamera, direzione ed istinto: un gioco di una mente geniale.
"Es wäre gut, daß ein Mensch würde umbracht für das Volk" è incentrato con crescente drammaticità sul confronto tra Pilato e Gesù, creando un dramma che è quello dell'amicizia irrealizzabile. Niebeling realizza scenicamente anche la complessità della musica con cambi di macchina, sovrapposizioni musicali, ad esempio filmando i gruppi nella sequenza in cui entrano a canone invece di inquadrare il coro intero.
Il film sfrutta la brillante registrazione storica della Passione del München Bach Chor e della Bach Orchestra diretti da Karl Richter. Niebeling lavora abilmente con il capolavoro di Bach, con calcolo e sentimento allo stesso tempo, ee con danza e recitazione come nelle tragedie classiche, creando un moderno musical da un oratorio.