Chitarra d'arte

Gli organisti, me compresa, sono piuttosto prevenuti verso i chitarristi, perché la nostra esperienza è quasi esclusivamente limitate ai “gratta-formaggio” che popolano le chiese, ossia dilettanti che strimpellano accordi cercando di accompagnare canti amusicali durante una liturgia già penosa di suo. Eppure la chitarra è uno strumento fantastico! Permette di suonare deliziose polifonie come di fare melodia ed accompagnamento da sola. È uno strumento trasportabile che ha conquistato il cuore della musica “popolare”, ma non è affatto facile da suonare come credono i gratta-formaggio. In questi giorni a Bxl si tiene un festival internazionale di chitarra ed ho avuto il piacere di ascoltare il primo concerto della serie, assieme ad un'amica chitarrista.

Il programma comprendeva il chitarrista canadese Thierry Bégin-Lamontagne, il flautista belga Denis-Pierre Gustin (doveva essere in duo con un chitarrista che però ha dovuto annullare la sua partecipazione causa problemi alla mano) ed infine il Brussels Chamber Choir, diretto da Helen Cassano, accompagnato alla chitarra da Pedro da Silva Soares. Il primo è un giovane talento che ha mostrato la sua arte con brani antichi, classici, moderni e contemporanei (Valse vertigo). Nonostante qualche minima sbavatura, che ne ha mostrato l'umanità, e l'inappropriata pubblicità al proprio cd (la gente l'avrebbe trovato comunque al termine del concerto), la sua esecuzione è stata mirabile. È riuscito a far cantare lo strumento in tutti i generi affrontati. La parte centrale del programma è stata limitata al flauto solo causa la defezione del chitarrista accompagnatore e questo ha inficiato il repertorio. L'esperto e virtuso Gustin ha proposto brani molto tecnici, mostrando una precisione impressionante ed un ottimo suono in tutta l'estensione dello strumento, ma temo che il pubblico si sia un po' annoiato a sentire studi e scale. L'ensemble che si è esibito per ultimo ha proposto una selezione di brani dal  "Romancero Gitano" del nostro Mario Castelnuovo-Tedesco, autore ingiustamente poco noto. Molto belle le musiche. La direttrice ha saputo sapientemente armonizzare le voci e la chitarra, ma purtroppo la freddezza ed il calcolo anglo-belga hanno davvero fatto perdere la spontaneità ed il naturale calore di testo e musica. Peccato!

La serata era ospitata nell'Espace Magh, ove figura un teatro piuttosto carino. L'acustica troppo secca ha obbligato gli organizzatori ad amplificare (e riverberare) i musicisti, generando qualche problema tecnico che avrebbe potuto essere riscolto con una prova audio prima del concerto, evitando scenette imbarazzanti con i fonici a scavalcare balaustre e cambiare microfoni. C'erano pure due presentatori, uno dalla loquacità impressionante, in francese, ed una signora che avrebbe dovuto tradurre tutto in neerlandese ma si perdeva dei pezzi. Se nel complesso ho apprezzato molto la serata, l'organizzazione evidentemente "casalinga" e gli interpreti emergenti (tranne il navigato flautista) non hanno certo giustificato il costo del biglietto (€15+€2 di spese). I concerti, anche quelli senza pretese, restano a Bxl una sorta di lusso.

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