Lange Nacht der Kirchen 2012


Anche quest'anno si è svolta la Lunga notte delle Chiese ed ha avuto l'abituale imbarazzo della scelta tra le innumerevoli iniziative e concerti, con la compagnia eccezionale di amici italiani e non, che hanno dimostrato una notevole resistenza nonostante i miei giri estenuanti ed i concerti non proprio leggeri. Il programma prescelto è variato in corso, alcune chiese sono saltate per motivi di tempo ma ci sono state delle piacevoli ed inaspettate nuove esperienze. Alla fine gli eventi cui abbiamo preso parte sono stati:


Una serie d'impressioni. Tanto di cappello all'organista dell'Augustiner, Johannes Ebenbauer, che oltre ad illustrare gli strumenti ha regalato un po' di letteratura ad hoc. Il coro giovanile, ORG Wiener Sängerknaben, non era un coro di voci bianche come mi aspettavo, ma di adolescenti che cantavano seriamente e piuttosto bene musica sacra dal XVI al XXI secolo, ma mi è mancata la dinamica di un coro adulto e la freschezza di un coro di bambini. Una menzione merita la violinista nella Ruprechtskirche, di cui ho dimenticato il nome (sic!) e che si è cimentata con un programma barocco inedito tutt'altro che facile, mostrando grande abilità tecnica ed una buona interpretazione. 
Non sono appassionata di musica ortodossa ma ho sentito quattro voci davvero notevoli e dall'orecchio infallibile, sicuramente una liturgia con la loro partecipazione sarebbe particolarmente suggestiva ed evocativa. L'organo della Jesuitenkirche è uno dei migliori a Vienna a mio parere, ma in questa occasione l'organista,  Michael Gailit, non ha scelto il repertorio che l'avrebbe valorizzato a dovere, volutamente evitando i romantici francesi e pure i tedeschi, sempre secondo me. Il poco che ho sentito nella Salvatorianer avrebbe meritato un più lungo ascolto, per gli esecutori del Collegium Musicum del Conservatorio Prayner su strumenti d'epoca. Anche lo “Stabat Mater” era con strumenti d'epoca ma le due cantanti non mi hanno convinto, specialmente il contralto, con poca attenzione al testo e voce non ben controllata. È almeno la seconda volta che ascolto questo commovente brano qui a Vienna ed anche stavolta sono rimasta delusa dall'interpretazione. ZuzanaFerjencikova a Schottenstift è stata una conferma, davvero bravissima, non solo tecnicamente, nel rendere visibili i quadri descritti dalla musica. Il Finale nella Cattedrale è stato sublime, merito dell'ottimo pianista Matthias Fletzberger. L'ambientazione, complice la rinnovata illuminazione colorata, e la musica di Bach, articolata, cerebrale, ma allo stesso tempo consolante e piacevole anche per i non musicisti, hanno fatto il resto.